giovedì 19 marzo 2015

Recensione di "Die For Me" di Amy Plum

Ehm, sono o non sono cattiva?
Due mesi, due mesi che non scrivo una recensione in questo blog!
Se voi voleste uccidermi ne avreste tutto il diritto, potreste preparare i forconi e le torce e venire sotto casa mia!
C'è il caso che io stia parlando da sola, i follower erano già pochi prima, figuriamoci adesso che non scrivo da due mesi!
Se state leggendo, vi prego di scusarmi per l'incredibile ritardo!
Ho avuto un mucchio da fare, e a malapena il tempo per terminare il libro che sto per recensirvi.
Vi giuro, di solito finisco i libri in un batter baleno ma 'sta volta... purtroppo ci ho impiegato un po' più, tra impegni e forse la poca voglia di leggere un libro che non mi ha entusiasmato un granché:,Die for me di Amy Plum, inviatomi gentilmente dalla casa editrice De Agostini e che è il primo libro di una saga.


Titolo: Die For Me (#1)
Data uscita: 14 ottobre 2014
Editore: De Agostini
Autrice: Amy Plum
Prezzo: 14,90 €
Pagine: 344
Quando i genitori di Kate e Georgia muoiono in un incidente stradale, la vita delle due sorelle viene stravolta e le ragazze sono costrette a trasferirsi a Parigi dai nonni. L’unico modo che ha Kate per soffocare il dolore è rifugiarsi tra le pagine dei libri che ama di più. Fin quando non incontra Vincent.

Bello, misterioso e affascinante, Vincent scioglie a poco a poco il ghiaccio attorno al cuore di Kate che si innamora perdutamente di lui. Ma Vincent non è un ragazzo come gli altri: è un Revenant, un vero e proprio angelo custode, destinato a sacrificare la propria vita per salvare le anime in pericolo, e a risvegliarsi tre giorni dopo la morte, in un circolo senza fine.

Kate si ritrova quindi davanti a una scelta difficilissima: proteggere ciò che rimane della sua esistenza e della sua famiglia... oppure rischiare tutto per un amore impossibile.
 
 
 
Ora ditemi, cosa avete pensato appena vista la copertina e il titolo?
Vi dico ciò che ho pensato io, che si riassume in queste tre "parole": "WOW CHE FIGATA".
Papale papale insomma.
Ho contattato dunque la casa editrice De Agostini e me ne sono fatta inviare una copia digitale per poterlo leggere.
Mai delusione fu più cocente.
Me lo ero immaginato come una specie di Twilight, ma l'immaginazione non si ripercuote sulla realtà il più delle volte e così è stato in questo caso.
Sarà colpa delle grandissime aspettative che mi ero fatta, sarà colpa dei numerosi libri dello stesso genere e con la trama fatta con lo stampino che ho letto negli ultimi anni oppure dello stile dell'autrice, ma quello che ho ritenuto in precedenza uno dei libri più attesi del 2014 non è riuscito a colpirmi.
La trama non mi era sembrata poi tanto orrenda, ero curiosa di sapere cosa fossero questi Ravenants e di conoscere Kate.
Curiosa di leggere la descrizione dell'ennesimo figone tipico dei libri paranormali e non degli ultimi tempi, Vincent, e curiosa di vedere come sarebbe andata a finire questa storia d'amore.
Poi l'ho iniziato e, seppur leggere l'inizio non è stato male, man mano che andavo avanti con la lettura trovavo sempre più cliché e cose in comune con altri libri del fantasy.
Ho letto tantissimi libri di questo genere e quasi tutti avevano una protagonista un po' insicura, compreso questo.
Kate, da quando i suoi genitori sono morti e lei si è trasferita dai nonni a Parigi, vive in funzione di musei, opere d'arte e libri.
Nessuna uscita con gli amici, quasi nessun dialogo con i nonni o con la sorella Georgia, dalla quale si sente oscurata.
Kate è depressa per la dolorosa perdita e non riesce a ritrovare la voglia di vivere.
Poi un giorno, in un caffè di Parigi vede per la prima volta Vincent.
Bellissimo e più grande, sembra essere l'unico che la fa reagire e che può riportare la luce nella sua vita, fino a quando, poveraccia, non scopre che cosa è veramente il ragazzo di cui si sta innamorando, senza scomporsi più di tanto alla notizia come da classica protagonista di romanzi urban fantasy.
Vincent è un "Revenant", una specie di angelo custode destinato a morire e a rinascere al posto di altre persone.
A mio parere il libro, nonostante tutti questi cliché sarebbe potuto anche essere carino, ma è stata un po' l'autrice con il suo modo di scrivere troppo scontato a rovinare la bella idea iniziale.
La sua scrittura, i suoi personaggi, non mi hanno trasmesso grosse emozioni.
Non mi sono nemmeno infatuata di Vincent, il che è grave!
In conclusione, le uniche considerazioni carine la faccio sulla copertina che salta decisamente all'occhio e che secondo me è  proprio bella e poi sul fatto che non hanno tradotto il titolo in Italiano, lasciandolo in inglese.
Si sa, intanto, l'inglese rende di più.
 
 




 

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